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ROMA

 
7/19 MARZO 2014

GALLERIA ANGELICA - Biblioteca Angelica

I

ARTICOLO DI DANIELA RICCI SUL IL MATTINO DI NAPOLI DEL 9 MARZO 2014

TERRITORIO INDETERMINATO”

De Tora, la retrospettiva arriva a Roma.

Location mozzafiato per la quarta e ultima tappa antologica dedicata a Gianni De Tora e intitolata “Territorio indeterminato” che sbarca ora a Roma nelle sale della Galleria Angelica in Piazza Sant'Agostino. Una concept exhibition sull'esponente dell'astrattismo geometrico e co-fondatore del gruppo Geometria e Ricerca scomparso nel giugno 2007. All'inaugurazione negli spazi del Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica, una delle più belle al mondo, sono intervenuti : Fiammetta Terlizzi, Mariantonietta Picone Petrusa, Tiziana De Tora, Enrico Crispolti, Giulio de Martino e Stefano Taccone. ll progetto espositivo - che ha già toccato Napoli, Caserta e Benevento - è nato dal ritrovamento di un'opera su carta del 1981 scoperta quasi per caso tra i disegni dell'artista. Insieme a questa, sono in mostra installazioni ambientali, mosaici, carte intelate, strutture riflesse e sequenze su legno, il tutto accompagnato da un ricco catalago edito da Paparo. Nel segno del dialogo aperto alle nuove generazioni, inoltre, viene presentata un'installazione del giovane artista campano Neal Peruffo intitolata “Cogwheel Sky” , oltre ai video “The Word of Signs” e “ Oltre “ realizzati dallo Studio Rotella e da Luciano Basagni.

 
ARTICOLO DI EMILIANA CRESCI SUL GIORNALE ONLINE ''ILMONDODISUK'' DEL 6 MARZO 2014

De Tora nel cerchio riflesso. A Roma quarta tappa del progetto sull'artista

Dopo Napoli, Caserta e Benevento, approda nella capitale il progetto che illustra il percorso artistico del Maestro dell’Astrattismo Geometrico, scomparso nel 2007. Da venerdì 7 a mercoledì 19 marzo 2014, le sale della prestigiosa Galleria Angelica di Roma, una delle Biblioteche più belle del mondo, la Biblioteca Angelica (Piazza Sant’Agostino, Roma) fondata nel 1604, ospiteranno l’ultima tappa della ‘concept exhibition’ antologica “Territorio Indeterminato”, dedicata a Gianni De Tora. Le opere che saranno esposte risalgono agli anni 2000: installazioni ambientali, mosaici, carte intelate, strutture riflesse e sequenze su legno. Un percorso artistico che nasce come omaggio all’opera di un artista, ma che vuole aprirsi al dialogo con il futuro; e in questa direzione, nella ricerca del dialogo e dell'interazione tra le generazioni, anche in questa tappa romana c’è la presenza di un giovane autore campano: Neal Peruffo, con un'ampia installazione intitolata "Cogwheel Sky", esposta per l'intera durata della mostra. Si potranno, inoltre, ammirare le immagini dei video “The world of signs” e “Oltre” del 2012 e 2013, elaborati appositamente per Gianni De Tora dallo studio Rotella (Napoli) e da Luciano Basagni. La conferenza stampa di presentazione della mostra si terrà venerdì 7 marzo 2014 alle ore 17.30 negli spazi dello splendido Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica fino alle 19.00. Interverranno: Fiammetta Terlizzi, direttore della Biblioteca Angelica di Roma; Mariantonietta Picone Petrusa, docente di storia dell’arte moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’; Tiziana De Tora, figlia dell’artista; Enrico Crispolti, già titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Siena; Giulio de Martino, filosofo; Stefano Taccone, docente di storia dell’arte contemporanea alla RUFA – Rome University of Fine Arts. Il vernissage della mostra si svolgerà, subito dopo, fino alle 20.30, allietato da una live-performance del musicista/vocalist e compositore Carlo Lomanto. In contemporanea, si svolgerà una degustazione/food d’autore firmata da Pietro Parisi, lo ‘chef contadino’, che presenterà i suoi “boccaccielli”(pietanze biologiche conservate in contenitori di vetro), nonché una degustazione/beverage a cura dei sommelier Fis - Fondazione italiana sommelier - Centro internazionale per la cultura del vino e dell'olio. Come per ogni tappa della mostra, sarà presente anche un presidio della Lega Italiana Lotta Tumori (Lilt), perché, per espresso desiderio delle eredi del Maestro, Territorio Indeterminato sostiene le attività della LILT che ha assistito la famiglia De Tora negli ultimi mesi di vita dell’artista. La mostra, che sarà visitabile fino a mercoledì 19 marzo 2014, gode del Patrocinio del MIBAC - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli, della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storico-artistici ed Etnoantropologici per le Province di Caserta e Benevento, della Provincia di Benevento e della Biblioteca Angelica di Roma. Il progetto espositivo prende il titolo da Territorio Indeterminato, opera su carta del 1981, scoperta quasi per caso tra i disegni dell'artista:“Quando i viventi avevano finalmente determinato il proprio territorio, la propria casa, il proprio benessere... avevano costruito grandi grattacieli con ogni comodità... avevano sottratto lo spazio agli oppressi, conservando in poderosi forzieri grandi ricchezze...avevano comprato l'immortalità.. Ma la terra tremò e tutti, uomini, animali e cose scomparvero... rimase soltanto un grande, immenso, metafisico TERRITORIO INDETERMINATO ...da ricostruire”. Un richiamo, un messaggio di speranza, dunque, un luogo sospeso nel tempo e nello spazio dell'indeterminatezza, dal quale ripartire, ricominciare, ricostruire un mondo ormai distrutto dall'uomo stesso. Gianni De Tora nasce nel 1941 e completati gli studi artistici, è sempre più interessato a superare la pittura accademica alla ricerca di un rinnovamento del linguaggio, iniziando una ricerca nel rapporto materia-colore-luce. Negli anni ’70 espone alla Galleria San Carlo e in mostre personali e Fiere d'arte di Roma, Bologna, Düsseldorf e Basilea, indaga le strutture riflesse che espone alla X Quadriennale di Roma e a importanti rassegne; analizza le sequenze e studia l’economia delle forme visive primarie, deputando la figura geometrica a campo totale di indagine. È tra i fondatori del Gruppo “Geometria e Ricerca” con Barisani, Di Ruggiero, Tatafiore, Riccini, Testa e Trapani, prendendo parte a un intenso programma di mostre e dibattiti in varie città italiane tra cui Como, Roma, Benevento, Napoli. Dal ’79 all’81 studia le relazioni tra opera e ambiente, che espone a Benevento, a Vienna, in Brasile, alla Biennale di Milano, alla Biennale Internazionale di Valparaiso in Cile, alla XXXVIII Biennale di Venezia, al Musée de Maubege in Francia, all'Art Museum of Rauma in Finlandia; e da qui una grande carriera. Scompare nel 2007, ma la sua opera continua ad essere presente a grandi eventi come la 52° Biennale di Venezia (2007), con il Milan Art Center, nella mostra “Camera 312- promemoria per Pierre” dedicata all'amico Pierre Restany, alla galleria MA-Movimento Aperto di Napoli (2008), e alla collettiva “Tracce segniche” (2009), al Castel dell’Ovo di Napoli. Dal 2010 è presente al Museo del Novecento presso il Castel S.Elmo di Napoli, con un’opera del 1975 e una sua scultura (Labirinto 2004) è stata collocata presso la SUN Facoltà di Storia dell'Arte a S.Maria Capua Vetere (Ce). Ma le sue opere si conservano anche in Musei, gallerie pubbliche e private in Italia ed all’estero.

 
foto di repertorio
 
 
 
 
 
ARTICOLO DI ROSARIO PINTO PER LA RUBRICA - IL CALABRONE DIPINTO APPARSO SUL ROMA DI NAPOLI DEL 24 MARZO 2014

GIANNI DE TORA : territorio indeterminato

Si è appena conclusa alla "Galleria Angelica" di Roma la mostra dal titolo di "Territorio indeterminato" in cui sono state presentate opere di Gianni De Tora, artista napoletano, scomparso qualche anno fa. Nel contesto del secondo cinquantennio del '900, periodo in cui il Nostro ha prevalentemente operato, la sua personalità è stata significativamente impegnata nel dibattito sull'Astrattismo Geometrico. Può essere utile osservare che l'occasione di questa mostra romana giunge, inoltre, opportuna per aprire un dibattito di approfondimento su una stagione creativa che vide alcuni artisti napoletani come riconosciuti protagonisti, dai tempi della esperienza "concretista" dell'immediato dopoguerra, fino a quelli dell'impegno nel raggruppamento di "Geometria e Ricerca". Nel dire di queste cose, non possiamo tacere i nomi di altre figure di primo piano, come almeno quelle di Renato Barisani e di Carmine Di Ruggiero, che additiamo anche perché hanno condiviso con Gianni De Tora molte cose all'interno dei propri percorsi artistici e, tra l'altro, anche la sede dei rispettivi studi nella settecentesca Villa Faggella a San Rocco di Capodimonte. Non avremo detto tutto, però - e per quanto in estrema sintesi - della personalità di De Tora, se non ne segnalassimo anche la disponibilità ad espandere la sua sensibilità d'impegno astratto-geometrico verso le regioni di una pratica spiccatamente gestuale, all'interno della quale il Nostro definisce un intrigante sperimentazione astratto-informale, che non manca, inoltre, di arricchirsi di un sottile fascino "concettuale" (nella foto un'opera che dà testimonianza di questo avanzato e generoso orizzonte creativo di De Tora). Un bilancio positivo, insomma, quello che ci consegna questa mostra romana, da cui la personalità di De Tora emerge con il carico criticamente convincente di artista aperto alla sperimentazione, difficilmente comprimibile entro gli schematismi di una formula predittiva.

 
ARTICOLO DI RAFFAELLA BARBATO SU RIVISTA “SEGNO” N, 248 DI APR/MAG 2014

Territorio Indeterminato,

Napoli, Caserta, Benevento, Roma

GIANNI DE TORA

''Questo disegno avrà un'importanza enorme per la pittura. Rappresenta un quadrato nero, l'embrione di tutte le possibilità che nel loro sviluppo acquistano una forza sorprendente. E' il progenitore del cubo e della sfera, e la sua dissociazione apporterà un contributo culturale fondamentale alla pittura [...]" - da una lettera di K. S. Malevic a Matyushin. Queste le profetiche parole di Malevic, le cui intuizioni e conclusioni costituiranno gli assiomi basici di successivi percorsi di conoscenza dal M.A.C. (Movimento Arte Concreta) del secondo dopo- guerra al gruppo di Geometria e Ricerca della metà degli anni '70, di cui Gianni De Tora (Napoli 1941 -2007) fu cofondatore ed animatore. Quello di Gianni De Tora (quarant'anni di ricerca omaggiati della retrospettiva, “Territorio Indeterminato” antologica itinerante che attraversa tutta l'evoluzione introspettiva/estetica del maestro dagli anni '70 alle ultime produzioni - voluta da Stefania e Tiziana De Tora, moglie e figlia dell'artista -, che inaugurata a Napoli il 3 ottobre 2013 negli spazi espositivi dell'Università Suor Orsola Benincasa, dopo gli intermezzi casertani e beneventani troverà conclusione a Roma il 19 marzo, nella galleria della biblioteca Angelica) è un percorso che ha inizio nella giovanile sperimentazione artistica di derivazione pop, alle cui icone di massa l'artista sostituisce, con sempre maggiore incisione, scansioni geometriche, che gradualmente stavano catalizzando la sua attenzione. Il matrimonio intellettivo e sensibile tra l'artista e l'astrattisrno geometrico, strumento con il quale creare una geografia immaginaria del mondo - non pedestre sistema di decodificazione e destrutturazione della realtà -, si celebra intorno agli anni '70, quando De Tora, poco più che trentenne, riconosce nelle potenzialità dell'arte concreta, sorretta dalla geometria e dall'astrattisrno. le capacità immaginifiche di uno strumento di interrogazione analitica del reale; il tutto in un momento storico - d'urgenza evolutiva - in cui non era possibile esimersi dal manifestare la propria adesione ideologica alle istanze di libertà e di pace che animavano le manifestazioni di protesta di quegli anni. La ricerca di De Tora è stata sempre improntata ad un'impegno etico, verso e dell'arte stessa, in primis, di cui professa il diritto di intelligenza - intelligens -, quale capacità di leggere tra le cose, tra le manifestazioni del comprensibile - o del conoscibile - al fine di dimostrare la possibilità di "essere astrattisti e impegnati civilmente", attraverso un linguaggio che problematizzava - come ebbe a dire Crispolti - la "questione dialettica di dibattito intimo, fra volontà di analogia lirica e volontà di geometria costruttiva". Negli anni '80, prese definitivamente le distanze dalle ricerche del decennio precedente - concettuale e minimalismo -, Gianni De Tora intensifica il flusso vitale ed emozionale della sua pittura, attraverso un corredo segnico ricco, in cui ha luogo la ierofania visionaria di una geometria popolata da segni in libertà, da cancellazioni, annotazioni, scritte e stratificazioni; un viaggio districato attraverso una esigenza astrattiva che è sempre più confessione silenziosa ed emozionale - spazio esperienziale - dove dar luogo a quella che Pierre Restany definiva "natura scenografica dell'universo". Una cosmogonia fenomenologica dell'immagine in cui la pittura si frammenta in simboli esoterici di protezione e simboli alchemici (Ziggurat '88, Elementi all'origine acqua aria terra fuoco, '86, Triangulum '84) quali triangoli - modulo spesso replicato -, cerchi, elementi spiraliformi e cruciformi. Grammatica generativa fatta di continue mutazioni, la poetica di De Tora è quindi esigenza che muove dall'interno il sostrato figurale dell'immagine, operando una progressiva depurazione del dato iconico, al fine di sviscerare la natura dalla sua criticità ermetica e generare cartografie in germinazione, di quel "Territorio - qui preso in considerazione - Indeterminato", che fuggendo ogni determinazione - o assumendone di diverse - non diviene corpus di/del sistema, ma resta mente in evoluzione; status accrescitivo di esperienze collettive. Esigenza aggregativa, sinonimo di una processualità aperta ed in divenire dell'opera d'arte, che trova riscontro nella retrospettiva dedicatagli, attraverso il porre a confronto il lavoro del maestro - diviso per decenni - con quello di quattro artisti campani di più giovane generazione: Vincenzo Frattini (Salerno, 1978). che parla alle rigorose e razionali composizioni degli anni '70 attraverso i suoi policromi lavori plastico pittorici; Salvatore Manzi (Napoli, 1975). che si mette in comunione, con il lavoro fluido e vibrante degli anni '80 attraverso le sue tavole a fondo oro ricche di segniche dal gusto neocionoscalsta; Nunzio Figliolini (Napoli 1965), che, assorbito un vis à vis con gli imprevedibili rimescolamenti e riletture del De Tora degli anni '90, risponde con una istallazione che approda al segno digitale; ed infine Neal Peruffo (Procida- Na, 1980), che dialoga con le complesse intersezioni geometriche degli ultimi anni dell'artista, attraverso un'installazione - a soffitto - di pannelli costellati di elementi grafici che echeggiano tavole pitagoriche e matematiche. Sono coinvolti inoltre con i loro contributi critici - in catalogo, ed. Paparo -, nonché come curatori Mariantonietta Picone Petrusa - per la sezione inaugurale della mostra, quella in esposizione nei locali dell'Uni.S.O.B. -, Enzo Baratta e Gaia Salvatori, per la sezione in mostra a Caserta -, Elio Galasso - per la sezione beneventana -, Enrico Crispolti - per la sezione romana - e Stefano Taccone, cui si deve la scelta dei quattro artisti messi in relazione con il maestro napoletano.

 
ARTICOLO DI MARIA CARLA TARTARONE SU NAPOLIONTHEROAD.IT DI OTTOBRE 2014

Nella sala degli Angeli dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa un Convegno ha chiuso le manifestazioni, organizzate dall’ottobre del 2013 ad oggi, in ricordo del maestro dell’astrattismo geometrico Gianni De Tora. Il programma di mostre, “Territorio Indeterminato”, titolo tratto da un’opera su carta, ritrovata per caso, ha tracciato durante l’anno un vasto itinerario partendo, il 5 ottobre 2013 (nel giorno di inaugurazione delle Giornate del Contemporaneo di AMACI), dalle sale dello stesso Ateneo, in cui sono state esposte opere degli anni ’70 e ’80, visitata da Enrico Crispolti (che aveva già curato la mostra del 1975 “Napoli Situazionista” e quella del 2012 con Luciano Basagni) e da Gillo Dorfles; proseguendo in novembre a Caserta, nelle sale della Quadreria della Reggia di Caserta con opere degli anni ’80; poi in dicembre a Benevento nella Rocca dei Rettori con opere degli anni ‘90; per finire in marzo a Roma nella Biblioteca Angelica in cui sono state esposte le opere degli anni 2000 partendo dall’opera “Il Sole 2000” per arrivare alle pittosculture in ferro e legno. Il Catalogo “Territorio Indeterminato” 2013-2014, è stato edito dalla Paparo Edizioni con i contributi critici di Enzo Battarra, Enrico Crispolti, Elio Galasso, Mariantonietta Picone Petrusa, Gaia Salvatori ed il giovane critico Stefano Taccone. Il maestro amando i giovani, furono inserite nella mostra in Suor Orsola anche le opere dei giovani artisti Vincenzo Frattini, Salvatore Manzi, Nunzio Figliolini, e Neal Peruffo. Con il Catalogo si produsse anche un Video “Oltre”, elaborato dallo studio Rotella, ad opera di Luciano Basagni, con musiche di Marco Zurzolo, la voce narrante della storica Tiziana De Tora. Un primo Video, “The world of signs” del 2012, rilevante per la comprensione dell’artista, anch’esso era stato realizzato dallo Studio Rotella. Il maestro, nato nel 1941 a Caserta, muore prematuramente nel 2007. Il suo lavoro parte negli anni Sessanta presso gli accademici suoi maestri che si volgevano alle esperienze figurative e informali seguendo il percorso americano ed europeo dell’arte del Novecento, (in particolare agli insegnamenti raccolti da Picasso e da Braque, maestro Cezanne, che invitava a rifare la natura col cubo, il cono e il cilindro. I primi artisti a concepire l’astrattismo geometrico erano stati Kandinsky (geometrismo lirico), Klee e Mondrian creatore di un più rigoroso astrattismo geometrico, espresso anche nella sua rivista “De Stijl”. Ma siamo attorno agli anni Venti; più tardi in Russia si espressero il suprematismo ed il costruttivismo, mentre a Parigi Seuphor creava “Cercle e Carré”, diventato poco dopo “Abstration-creation, art non figuratif”. Ciò che più importa per noi nell’ambito dell’arte astratto-concreta è la nascita negli anni Quaranta, tra Milano e Como, del M.A.C cui si agganciò il “Gruppo Sud” di Napoli, con Barisani, De Fusco, Tatafiore, che attrasse molti giovani). Tra questi quasi subito è De Tora, che negli anni Settanta e con i tre maestri sopra citati ed altri artisti, fonda il gruppo “Geometria e Ricerca” indagando strettamente nell’ambito dell’astrattismo geometrico convinto che “l’arte è scienza”. Fin dal principio, talvolta prendendo le distanze dai suoi amici accademici riguardo l’arte contemporanea, De Tora ha perseguito una ricerca sui segni geometrici partendo dal cerchio, arricchita dal colore, in creazioni non ripetitive ma scaturite le une dalle altre in una creatività stupefacente, unica. Lo sviluppo dei temi lo appassionava ed i video lo mostrano: dal movimento scaturisce la creazione: geometrica, essenzialmente colorata e astratta, come abbiamo detto, con mutazioni strutturali continue come per il tema di “Ovo labirintus” asserendo l’artista che, come la grammatica sta all’arte della scrittura, così la geometria sta all’arte classica. Guardando i video e dunque la sua video-arte, che può immaginarsi musicale, si rimane stupiti, nello scorrere del linguaggio, dalla capacità creativa di questo artista, sia nella pittura che nella scultura, per il quale le immagini creano altre immagini sempre stupefacenti. Ritornando brevemente al percorso dell’artista rilevanti sono stati gli anni Ottanta per le personali tra cui quella degli Antichi Arsenali della Repubblica di Amalfi curata da Pierre Restany, alle Logge del Vasari di Arezzo, al Centro Culturale Italiano di Vancouver in Canada… Importante è rilevare la personale in mostra a Milano “L’occhio strabico” nel 2000, nel cui Catalogo Gillo Dorfles scrisse “… Il colore si intensifica per l’uso di strutture metalliche, di acciaio, di legno, che, in certo senso, conferiscono all’opera quella assolutezza formale che la rende quasi “architettonica”…” , dunque ancora la geometria che abbraccia in un'unica scienza tutta l’arte. De Tora non ha esposto solo in Italia, ma già dagli Settanta alla XVI Biennale di S. Paulo del Brasile, al Musée di Maubege in Francia, all’Art Museum of Rauma in Finlandia e alla Kunsthalle di Vienna dove sue opere si conservano in permanenza come nel Museo del Sannio, a Caserta ed a Napoli nel Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo. L’artista è stato presente in mostre internazionali come la XXXVIII e la LII Biennale di Venezia, alle Fiere di Roma, Bologna, Dusseldorf, Basilea; alla XVI Biennale di S.Paolo del Brasile; con “Strutture riflesse“, alla X Quadriennale d’Arte a Roma in “Camera 312”. Tra le ultime mostre, dopo la sua prematura scomparsa del 2007, ricordo a Napoli nel 2009 “Tracce segniche” al Castel dell’Ovo, il cui Catalogo fu curato da Rosario Pinto, suo attento interprete. La sua ricerca è stata sempre costante ed avrebbe proseguito, come prometteva in una intervista edita nell’ultimo Video.

 
 
RISORSE AGGIUNTIVE
l'Album del vernissage /APRI

 

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